pornografia in giappone

 

pornografia in giappone

 

La pornografia in Giappone è una vasta e ben intrecciata attività di intrattenimento per adulti con caratteristiche uniche che la distinguono facilmente dalla pornografia occidentale. Riflettendo il punto di vista giapponese sulla sessualità e la cultura, la pornografia nipponica si addentra in un ampio spettro di atti sessuali eterosessuali, omosessuali e transgender oltre a feticci e parafilie unici.

A partire dai racconti erotici e stampa su blocchi di legno da prima del XX secolo , la pornografia giapponese si è evoluta in sottocategorie distinte con i mezzi di comunicazione che, oltre ai video pornografici e alle riviste di attori dal vivo, presentano categorie di manga (fumetti giapponesi) pornografici, videogiochi per computer pornografici (sia per PC sia per console di gioco) e anime pornografici (con raffigurazioni animate di attività sessuali).

Prima del XX secolo

Le immagini pornografiche su blocchi di legno shunga sono state stampate nel corso dei secoli in tutte le situazioni immaginabili. Verso la fine del periodo Edo(noto anche come periodo Tokugawa (1603-1868) indica quella fase della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne attraverso il bakufu il massimo potere politico e militare nel paese. Tale fase storica prende il nome dalla capitale Edo, sede dello shōgun, ribattezzata Tokyo nel 1869,quando la presenza straniera è diventata situazione comune, anche gli atti sessuali con maschi stranieri sono stati elaborati e venduti, per non parlare di atti con gli animali, demoni sia maschili (incubus) che femminili (succubus). Gli usi reali dello shunga in questo periodo sono ancora dibattuti, ma probabilmente somigliavano agli usi moderni del materiale pornografico, tra cui la masturbazione e la visione condivisa con un amante.

Dopo la restaurazione Meiji, nella seconda metà del XIX secolo, la pubblicazione di materiale pornografico è diminuita sotto la pressione del governo

Nel XX secolo

Le aperte espressioni sessuali sono state ammesse in romanzi e manga, ma uno stretto controllo è stato applicato a fotografie e filmati. Durante la seconda guerra mondiale, il materiale pornografico è stato vietato del tutto: «Dalla fine della seconda guerra mondiale l'articolo 175 del codice penale giapponese, nota come legge sull'oscenità, ha rappresentato l'unica restrizione ufficiale sulla libertà di espressione, che è comunque garantita dalla l'articolo 21 della Costituzione del 1947

Influenzate da riviste come Playboy, le riviste pornografiche hanno cominciato ad essere stampate subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Le modelle raffigurate erano per lo più donne non asiatiche e le interviste erano con persone in gran parte ancora del tutto sconosciute in Giappone, generando così un feticcio e un genere conosciuto come yomono (letteralmente "cose occidentali").

Nei primi anni del 1960 diversi studi cinematografici hanno iniziato a produrre pinku eiga (film soft-core, letteralmente "film rosa"). Con le leggi sulla censura che vietavano la visione dei genitali ma per il resto libero di esprimere qualsiasi altra cosa, questi film si diversificarono rapidamente fino a riempire tutti i generi, tra cui gli stupri e la messa in schiavitù.

Anni 1980

Il mercato dei video pornografici, comunemente chiamati A/V (abbreviazione di "video per adulti"), ebbe un picco di vendite nel corso degli anni 1980. Uno dei motivi del boom del VHS a discapito del formato Betamax negli anni ottanta si dice sia dovuto proprio al gran numero di A/V pubblicati in formato VHS in quel periodo.

La fine del decennio vide crescere anche il mercato dōjinshi. Si stima che circa la metà di questo mercato sia costituito da contenuti pornografici. Nonostante i problemi di copyright che affliggono il mercato, quello dōjinshi ha da sempre rappresentata il punto di partenza per molti mangaka prima di fare il proprio debutto da professionista. Il genere yaoi ha avuto origine all'interno del mercato dōjinshi.

Anni 1990

Leggi sulla censura

In Giappone, ai sensi dell'articolo 175 del codice penale, le persone che vendono o distribuiscono materiale osceno possono essere punite con sanzioni o con la detenzione. L'articolo 175 è stato incluso nel documento originale nel 1907 e rimane relativamente immutato. Mostrare i peli pubici e i genitali degli adulti una volta era considerato osceno. Il video pornografico raffigura scene di sesso esplicito abitudinariamente con i genitali dei partecipanti oscurati da pixelizzazione. Il livello di censura sul pene può variare.

Religione e pornografia

Lo shintoismo, la religione indigena del Giappone, ha sede nell'animismo ed ha la convinzione che gli esseri soprannaturali dimorino in natura. Gli dei e le dee dello shintoismo non sono depositari di moralità o di perfezione; invece, esistono all'interno della natura e quindi, anche la sessualità contribuisce ad essere una parte innata della vita stessa. Pertanto gli atteggiamenti religiosi non sono un ostacolo alla presenza di materiale pornografico nella società laica del Giappone e la pornografia non è in alcuna maniera punibile per blasfemia, neppure quando raffigura persone religiose (per lo più fanciulle dei santuari) o esseri mitologici.

Sottogeneri del porno giapponese

Tra i vari sottogeneri di pornografia giapponese vi sono i seguenti:

L'animazione erotica ,conosciuta in Occidente come hentai, ma in Giappone come "anime per adulti" è un genere popolare e mantiene generalmente lo stesso stile di animazione visto in altre forme popolari di animazione giapponese (anime). Il termine hentai significa letteralmente "metamorfosi" o "trasformazione", ma in uso alternato e nel contesto della situazione, significa "maniera perversa" o "pervertito".

Manga con un target pornografici o contenuti per adulti si rivolgono sia ad pubblico maschile che femminile, e sia artisti manga maschili che femminili possono scrivere opere pornografiche.